Per quanto riguarda gli utilizzi domestici ed irrigui è possibile presentare ad ARPAE la richiesta di deroga al blocco prelievi, dopo aver verificato lo stato del corso d’acqua e la regolarità nei pagamenti dei canoni di attingimento, l’ARPAE in una decina di giorni può rilasciare deroga all’attingimento.
Si ricorda che in caso di blocco dell’attingimento deve essere rimosso il tubo di pescaggio dal corso d’acqua onde evitare sanzioni da parte del corpo forestale, che è incaricato di fare i controlli
I Consorzi di Bonifica della Romagna e della Romagna occidentale hanno già intrapreso manovre che riducono la quantità di acqua da distribuire alle utenze consorziate,utilizzanti prese da canale ad uso irriguo. Consorzio di Bonifica della Romagna – Impianto irriguo provvisionale Santerno, in Comune di Ravenna, località Santerno: turnazione prelievi idrici
Il 22 giugno si svolge un incontro in modalità mista, presenza e videoconferenza, alle ore 20.30 nella sede Cia Romagna (Viale Rasi e Spinelli, 160 – 47521 – Cesena, FC) oppure al link https://meet.google.com/pvz-uagc-cdh?hs=122&authuser=2 . Sarà presentato il progetto di Cia Romagna: “servizi alle aziende agricole multifunzionali”. Sono invitati a partecipare tutti gli associati Cia e tutte le aziende agricole del settore. All’incontro saranno presenti: Claudio Ferri – Resp. Comunicazione Cia Emilia-Romagna Danilo Misirocchi – Presidente Cia Romagna Alessia Buccheri – Direttore Cia Romagna Mirko Tacconi ed Elisa Neri – Tecnici referenti del settore multifunzionalità
Sarà anche l’occasione per presentare l’organizzazione di alcuni prossimi eventi.
Cristiano Fini è il nuovo presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. Imprenditore modenese, di Castelfranco Emilia, 50 anni, è stato nominato il 20 maggio 2022 dall’VIII Assemblea elettiva, riunita a Roma presso il Teatro Eliseo e composta da 399 delegati, in rappresentanza dei quasi 900 mila iscritti in tutt’Italia. Presente anche la delegazione “Romagna”, guidata dal presidente Danilo Misirocchi, dai vicepresidenti Lorenzo Falcioni e Matteo Pagliarani e dal direttore Alessia Buccheri.
Fini, agrotecnico, è il titolare di un’azienda agricola e vitivinicola con 13 ettari investiti a vigneto biologico, già presidente di Cia Emilia-Romagna dal 2018 e, precedentemente, di Cia Modena. Fa parte del Consiglio di amministrazione di Cantine Riunite Civ ed è stato membro della Giunta Camerale di Modena. Ora sarà alla guida della Confederazione per i prossimi quattro anni, succedendo a Dino Scanavino, al vertice di Cia negli ultimi 8 anni.
“Stiamo attraversando una fase davvero complicata: la pandemia, la guerra, i rincari eccezionali delle materie prime, il rischio di una crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici. Eppure -ha spiegato Fini- il nostro settore, con tutte le difficoltà resta uno dei cardini dell’economia nazionale. Il valore aggiunto dell’agricoltura italiana, pari a 33 miliardi circa, resta il più elevato dell’Ue. Il sistema agroalimentare, nel suo insieme fa il 15% del Pil. Ecco perché possiamo e dobbiamo lottare, rimettendo al centro le nostre priorità, le nostre battaglie”.
“Servono azioni precise e puntuali su larga scala, come una politica energetica nazionale ed europea che cerchi di calmierare i costi e le speculazioni, oltre a misure a sostegno delle filiere produttive, messe in ginocchio dagli incredibili rincari produttivi e dall’instabilità dei mercati. Ma soprattutto -ha continuato il presidente di Cia- c’è bisogno finalmente di una redistribuzione del valore lungo la filiera. Dobbiamo gridare la necessità di un reddito equo per gli agricoltori, facendo squadra su questo obiettivo comune, come su investimenti importanti nella ricerca per dotare il settore primario di strumenti innovativi contro il climate change. E poi: spinta alle nuove tecnologie digitali e apertura chiara alle tecniche di miglioramento genetico in ottica sostenibile; invasi per l’accumulo di acqua utile nei periodi più siccitosi, ma anche assicurazioni e fondo mutualistico nazionale per affrontare le calamità”.
“Alla vigilia delle grandi campagne -ha sottolineato Fini- resta urgente anche il problema della manodopera nei campi, dal punto di vista sia dei costi che della reperibilità. Così non siamo più competitivi. Occorre più flessibilità, come sperimentato con i voucher. Cambiamo la parola se non ci piace, ma è lo strumento che serve. E ancora: accesso alla terra e al credito per il ricambio generazionale; valorizzazione delle donne del settore che sono ormai il 30%; pensioni giuste per chi ha passato tutta la vita nei campi e ora prende poco più di 500 euro”.
“Queste sono le nostre priorità -ha evidenziato il nuovo presidente di Cia- insieme al rilancio delle aree interne. Zone svantaggiate che hanno un’importanza strategica per tutto il sistema Paese, ma vengono lasciate sempre sole. Per le zone rurali servono politiche e strategie: defiscalizzazione, connessione, sbloccare lo spopolamento e riportare persone e ricchezza. Sono le nostre rivendicazioni, come quella sulla fauna selvatica, con la riforma della legge 157 per tutelare l’agricoltura, mettere al sicuro strade e cittadini, salvare gli allevamenti suinicoli dal rischio PSA. Tutte sfide che dobbiamo portare avanti tenendo sempre insieme proteste e proposte”.
“Ci attende una nuova stagione, più inclusiva e innovativa -ha aggiunto Fini- dentro l’organizzazione e nei rapporti con la società civile e con le istituzioni, con tutte le altre rappresentanze agricole, agroalimentari ed economiche del Paese. Dobbiamo essere per e non contro. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Servizi alle imprese e al cittadino, grandi imprese e piccole aziende, Nord e Sud, agricoltura biologica e convenzionale, tutto questo non è in opposizione. Le diversità si devono tradurre in un valore aggiunto. Le sfide da affrontare sono di una portata enorme e serve responsabilità e nuova coesione per traguardarle”.
“C’è bisogno di un patto con tutte le componenti del sistema, a cominciare dai consumatori -ha ribadito il presidente di Cia- e il miglior veicolo per spiegare quello che facciamo sono gli agriturismi, la vendita diretta, l’agricoltura sociale, le fattorie didattiche. Dobbiamo far capire a tutti che l’agricoltura non è quella che inquina, che tratta male gli animali e sfrutta i lavoratori, ma il settore che custodisce il territorio, che difende l’ambiente e le persone, che fa crescere l’economia e la società. Anche in Europa dobbiamo contare di più, avendo in mente che dove andiamo uniti come sistema Paese, portiamo a casa il risultato”.
“Facciamo tutto questo – ha chiosato Fini -. Facciamolo con passione e serietà. Sempre al servizio degli agricoltori e delle famiglie, guardando con coraggio al futuro. Viva l’agricoltura. Viva la Cia”.
Appena proclamato, Fini ha voluto ringraziare per il lavoro fatto il presidente uscente Dino Scanavino e il suo antagonista in campagna elettorale Luca Brunelli.
Dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, Cia Romagna è tornata a festeggiare il Primo Maggio a Santarcangelo. Grande successo per la manifestazione “L’Agricoltura in piazza”, che ha visto un folto pubblico di tutte le età fra le bancarelle del mercato dei produttori agricoli locali, i giochi senza tempo del Ludobus Scombussolo, la musica di Sergio Casabianca, le zirudele di Emilio Podeschi e il tradizionale corteo dei mezzi agricoli per celebrare il lavoro.
In piazza Ganganelli non sono mancati i saluti istituzionali, con l’intervento del presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi, il vicepresidente Lorenzo Falcioni e la sindaca di Santarcangelo Alice Parma.
Trascrizione dell’intervento del presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi
Eravamo qui il primo maggio 2019, 1096 giorni fa. Sembra passata una vita. Allora parlavamo di mercato del lavoro, di copertura del rischio, di selvatici… Avevamo fatto quindici giorni prima la nostra Assemblea in cui avevamo parlato di Europa, perché era un periodo in cui si metteva in discussione il valore dell’Europa.
Da allora è cambiato il mondo. Una pandemia è arrivata, ha cambiato il mondo e gli equilibri nell’economia. E ha cambiato anche l’Europa, sia nella percezione, sia nella politica sia anche negli effetti pratici che riguardano l’Europa.
Noi stessi, stando chiusi in casa, abbiamo riscoperto il valore della libertà, perché valore della libertà, il valore della democrazia, sono come il valore della salute: ci si accorge di quanto sia importante quando si perde.
In quel periodo tutte le istituzioni, giorno per giorno, affrontavano nuovi problemi, si cercavano nuove soluzioni e c’era un confronto continuo con chi rappresentava qualcosa, ovvero i corpi intermedi. Noi siamo i corpi intermedi. E in quel periodo si è anche riscoperto il valore dei corpi intermedi.
Ai grandi cambiamenti dovuti alla pandemia purtroppo oggi si è aggiunta anche la guerra. Ce ne sono 33 di guerre aperte nel mondo e come ha detto Papa Francesco a Redipuglia, la terza guerra mondiale si sta già facendo, a pezzi.
Ma questa guerra è diversa dalle altre. Non sugli effetti sulle popolazioni e sulle persone, ma perché comunque la vediamo sotto i riflettori, la capiamo, la viviamo quasi in diretta nella sua drammaticità. E‘ più vicina, è più pericolosa anche per gli effetti che ha sugli equilibri mondiali e su tante cose che non saranno più come prima.
Tra la pandemia e la guerra forse abbiamo capito delle cose che prima non avevamo chiare del tutto. Il valore di non dipendere dal mondo, dalla globalizzazione per tutto, per l’energia, il cibo… Quando parliamo di cibo parliamo di agricoltura, del nostro settore. Si è lontani dai tempi in cui si teorizzava che non è importante produrre il cibo, perché comunque lo si produce da altre parti del mondo e può essere il motivo di scambio. Stiamo riscoprendo anche l’importanza di questo.
Oggi abbiamo un volantino del Primo Maggio con il lavoro, l’ambiente e la pace.
Sul lavoro ci sono tante contraddizioni. Stiamo parlando di disoccupazione, degli impatti della pandemia sull’economia e quindi sull’occupazione… Però poi non troviamo manodopera, quindi sicuramente c’è qualche contraddizione, qualcosa che non va, qualcosa che si fa fatica a capire.
Nel nostro settore la manodopera sono soprattutto gli extracomunitari. Abbiamo bisogno di smettere di fare delle speculazioni politiche in un senso o nell’altro, abbiamo bisogno di politiche serie, che favoriscano l’integrazione, politiche per la formazione, per meno burocrazia, per la gestione dei flussi. C’è bisogno insomma di una strutturazione più importante per il lavoro e per la manodopera.
L’ambiente: si parla tanto di green deal, di sostenibilità. Una cosa su cui noi siamo assolutamente d’accordo e siamo già in campo da tanto tempo, perché Cia Emilia-Romagna ha commissionato uno studio a un ente terzo – quindi senza interessi – da dove si evince, si certifica, si dimostra che l’impatto del nostro settore sull’ambiente è diminuito e sta diminuendo continuamente.
Quindi quando parliamo di green deal, cosa su cui noi siamo d’accordo, siamo d’accordo che vada affrontato non partendo da un punto di vista ideologico, ma partendo da un punto di vista scientifico, perché con la scienza stiamo andando avanti e sempre meno impattiamo.
Quando parliamo di ambiente parliamo anche di gestione dei selvatici. La natura è fatta di equilibri e tutte le volte che l’uomo interviene per distruggere troppo, ma anche per proteggere troppo, noi creiamo dei disequilibri e creiamo dei guai.
L’agricoltore è anche manutenzione del territorio e paesaggio. Basta girare qui, nelle colline, per vedere un bel paesaggio, come sono ben tenuti i campi. E’ manutenzione del territorio.
Con la pandemia forse è venuta ancora più forte l’esigenza dei cittadini di fare un giro nei campi, di venire all’aria aperta. Noi siamo in Romagna, nella tradizione della cultura contadina c’è l’accoglienza, quindi siete i benvenuti. Ma va fatto con rispetto e con educazione, perché le aziende agricole non sono dei parchi aperti: sono delle attività economiche dove ci sono anche delle responsabilità da parte dell’azienda. Quindi venite, ma in quello con cui ci siamo strutturati per ricevere i cittadini: agriturismi, fattorie didattiche e tante cose, perché abbiamo tanto da fare, tanto da far vedere tanto da dimostrare. Ma non ci può essere un giro libero per i campi.
Infine la pace. Sappiamo benissimo che se finisse domani la guerra in Ucraina, e purtroppo non ci sono le condizioni, già oggi la tragedia umana è stata enorme è l’abbiamo vista, ma anche gli effetti economici sono sotto gli occhi di tutti. Si sono generate dinamiche nuove, nuove difficoltà di gestire le materie prime che crescono, l’inflazione che ha passato il 6 per cento – c’è anche della speculazione naturalmente – i mercati che stanno cambiando… Insomma c’è tutta una situazione complicata da gestire.
Per gestire questa situazione, noi come organizzazione abbiamo fatto delle proposte. Alcune sono state accettate e vanno ancora gestite dal punto di vista attuativo. Altre le abbiamo in campo. E le proposte, noi le facciamo perché è il nostro lavoro di corpo intermedio, le facciamo per il nostro settore, perché comunque noi siamo un’organizzazione che rappresenta il settore. Ma le facciamo anche in un contesto di un’economia più strutturato, più generale, quindi non ci fermiamo al nostro settore: le facciamo tenendo in grande considerazione anche gli effetti sociali perché l’economia e il sociale sono collegati.
E per fare questo, abbiamo detto prima dell’importanza dei corpi intermedi. Per essere efficaci come struttura bisogna essere efficaci a livello nazionale, a livello regionale e a livello territoriale. Quindi credo che in questa situazione complicata l’intuizione di costituire una Cia Romagna sia stata sicuramente un’intuizione buona, nella quale noi continuiamo a credere in maniera importante. Quindi la Cia c’è per i propri associati, ma soprattutto la Cia è con i propri associati – perché la Cia è gli associati – la Cia c’è per il lavoro, la Cia c’è per l’ambiente, la Cia c’è per la pace.
Cia Romagna – in collaborazione con il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale – invita gli interessati a partecipare lunedì 11 aprile a Faenza, alle ore 20.30, nella sala conferenze “Santini” del Consorzio (via Castellani n. 26) alla serata di approfondimento sui temi: invasi e reti di distribuzione idrica, opere realizzate e in fase di realizzazione e progetti futuri; piani di investimenti in aziende agricole (Misura 4.1.01): incentivi per la realizzazione di impianti di irrigazione e di invasi aziendali.
Sono iniziate le assemblee elettive territoriali di Cia Romagna. Si tratta di un momento importante, di confronto, che parte dalla base, al quale hanno diritto di partecipare tutti gli associati. Da queste, eleggendo di volta in volta i delegati, si arriverà all’appuntamento con l’assemblea provinciale, alla quale seguiranno quella regionale e quella nazionale. Nel corso delle assemblee territoriali, infatti, vengono eletti oltre ai presidenti territoriali e ai componenti del Consiglio territoriale, i delegati all’Assemblea provinciale. È stata inviata per posta ordinaria la convocazione alle assemblee a tutti i soci. In ogni caso, dovessero verificarsi disguidi nella ricezione, i soci possono prendere contatto con la sede di appartenenza per informazioni anche sulle modalità di partecipazione.
RAFFORZATA LA SORVEGLIANZA SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE
La malattia uccide suini e cighiali, non colpisce l’uomo
Il 6 gennaio scorso è stato riscontrato un caso di peste suina africana in un cinghiale morto rinvenuto nel comune di Ovada in provincia di Alessandria; è stata delineata un’area infetta che comprende 60 comuni. In seguito sono stati individuati dall’Istituto Zooprofilattico dell’Unità di crisi altri due casi a Fraconalto (Alessandria) e a Isola del Cantone (Genova). La Regione Piemonte ha attivato l’Unità di crisi Regionale per la ricerca di ulteriori carcasse di cinghiali nel territorio, dei controlli negli allevamenti di suini nell’area infetta, per la gestione venatoria e per la messa in atto di ogni altra misura prevista dalle norme necessaria a contrastare la diffusione della malattia. Il Ministero della salute ha comunicato le zone infette e la Romagna al momento non vi rientra. Verranno rafforzate al massimo la sorveglianza nel settore selvatico e innalzate al livello di massima allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo per le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone. In tutto il territorio nazionale è raccomandato di rafforzare l’attività di sorveglianza passiva negli allevamenti suini e di compiere ogni sforzo per rintracciare e testare le carcasse di cinghiali come previsto dal piano nazionale di sorveglianza . Il ministro della Salute ha disposto la sospensione temporanea delle certificazioni export carne suina macellata a far data dal 7 gennaio 2022 e di prodotti a base di carne lavorati con la suddetta materia prima qualora sia destinata a paesi terzi. Nel caso capitasse di trovare carcasse di cinghiali morti, contattare subito il numero dell’Ausl 051 6092124.Comportamenti corretti, cosa fare cosa non fare – depliant
Recentemente la Giunta di Cia Romagna ha deliberato l’attribuzione di nuovi incarichi all’interno del gruppo dirigente.
Jenna Carlucci è la responsabile del Settore Paghe (la prima da sinistra nelle immagini). In Cia da dicembre 2014 con contratto in sostituzione di maternità a Forlì nell’ufficio paghe, poi dal 2016 a Ravenna sempre all’ufficio paghe e sempre come operatrice. Nel 2018, con l’istituzione del CED Paghe, si sposta nella sede di Cesena sempre come operatrice. Nel mese di dicembre 2021 assume l’incarico di responsabile Settore Paghe.
Francesca Fusini è la responsabile del CAF (la seconda da sinistra). Impiegata fiscale di Cia Ravenna dal 2016, passata alla sede locale Cia di Bagnacavallo nel 2018 e da gennaio 2022 responsabile del CAF Cia Romagna. Nel corso di questi anni si è occupata del servizio fiscale come dichiarazioni dei redditi (730 e unico) e di altre pratiche come motorizzazione, affitti agricoli e richieste di gasolio agricolo. La Fusini è inoltre referente per Cia per quanto riguarda le successioni per la zona Bassa Romagna. Dal 2022 gestisce gli operatori fiscali come responsabile del CAF Cia Romagna.
Milva Monterubbianesi è la responsabile del rapporto con gli associati e supporto alla rappresentanza (responsabile di zona) di Rimini (la terza da sinistra). Laureata in Economia e commercio, lavora in Cia da circa 30 anni, sempre come responsabile fiscale. Ha seguito per Cia Rimini il settore fiscale, dalle aziende (consulenza, contabilità e denunce redditi) ai servizi alle persone (730, affitti, successioni, ecc.). In Cia Rimini è stata inoltre presidente del Cda della società di servizi per circa 4 anni. In Cia Romagna è divenuta quindi responsabile fiscale dei servizi alla persona (730, RED, ISEE, successioni, ecc.).
Mirko Tacconi – già responsabile del rapporto con gli associati e supporto alla rappresentanza (responsabile di zona) di Forlì – è ora anche responsabile del CAA. Agronomo, dal 2004 in Cia. Fino al 2007 tecnico con il ruolo di operatore del Caa, gestione anagrafe aziendale, piani colturali e predisposizioni domande uniche per la Cia provinciale di Ravenna in vari uffici territoriali quali San Pietro in Vicoli, Ravenna, Faenza e Lugo. Dal 2008 è entrato nella Cia provinciale di Forlì-Cesena nella sede zonale di Forlì occupandosi di Prsr, piani di sviluppo aziendale, primo insediamento, misure agroambientali, assistenza aziende biologiche, integrato. Multifunzionalità, assistenza tecnica per apertura, Ausl notifica sanitaria, scia e anche di problemi idrici, rifiuti, caccia, calamità naturali. Per la zootecnia: rinnovo autorizzazioni, Pua, comunicazioni, assistenza tecnica. Referente Agia provincia Forlì-Cesena fino al 2016. Dal 2018 ricopre lo stesso ruolo sempre presso l’ufficio di zona di Forlì per Cia Romagna. Da gennaio 2019 responsabile del rapporto con gli associati e supporto alla rappresentanza per la zona di Forlì e da gennaio 2022 responsabile del CAA di Cia Romagna.