REGGIO EMILIA

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Coronavirus: Cia, su portale spesa a domicilio arrivano anche fiori e piante

Fiori recisi ed in vaso, piantine aromatiche e piante ornamentali per abbellire e colorare le case ed i balconi in questo inizio di primavera anomalo a causa dell’emergenza Coronavirus.

Dopo il cibo fresco ed i piatti tipici preparati dagli Agrichef, da oggi sul portale https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/,  che nel fine settimana ha avuto un’impennata di click con oltre 3000 fruitori in tutta Italia, sarà possibile acquistare anche i prodotti delle aziende florovivaistiche di Cia-Agricoltori Italiani.

Bastano pochi secondi per individuare la regione d’interesse, l’azienda più vicina e scegliere le materie prime di stagione, i prodotti, i fiori o le piante che gli agricoltori consegneranno a domicilio nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dal governo per contenere la diffusione del Coronavirus.

Per garantire i consumatori ed evitare le truffe, al momento dell’acquisto, sarà consegnata una parola d’ordine da utilizzare al ricevimento della spesa.

“Gli agricoltori sono indispensabili per dare ai cittadini, ogni giorno, i prodotti freschi e sani della terra –ha sottolineato il Presidente di Cia, Dino Scanavino-. Dopo il successo del fine settimana, abbiamo deciso di allargare l’offerta sul portale anche a fiori e piante per consentire a tutti, in questo momento di emergenza, un tocco di colore nelle case e per dare ai florovivaisti una piccola boccata d’ossigeno”.

‘CIA REGGIO’ NON SI FERMA, I SERVIZI SONO GARANTITI: TUTTI I NUMERI

‘CIA Reggio’ NON SI FERMA

Dopo aver sollecitato e ottenuto le proroghe necessarie alle numerose scadenze, la Confederazione continua l’attività con il telelavoro, assicurando l’operatività e i servizi ai soci.

Rimaniamo dunque TOTALMENTE OPERATIVI,

nel rispetto delle regole e nella tutela della salute di tutti i collaboratori.

TUTTI I SERVIZI SONO ATTIVI

L’attività prosegue, come previsto a livello nazionale per il settore agricolo e dunque i relativi servizi, ma con modalità differenti.  Contattaci ai seguenti numeri telefonici:

Ploia Roberto 338 6308845 e dal 1° aprile Zambonini Francesco 335 6424585 (zona Reggio Emilia)

Murgia Pietro 335 6424582 (zona Correggio)

Rondini Monia 338 6940926 (zona Guastalla)

Vezzani Rossano 335 6424586 (zona Montecchio)

Gregori Federico 335 6424578 (zona Castelnovo Monti)

Vietato bruciare il materiale vegetale di risulta dei lavori forestali e agricoli

Il Presidente della Giunta regionale Stefano Bonaccini, con Ordinanza n. 43 del 20 marzo 2020 ha stabilito il divieto, valido per tutta la durata dell’emergenza e senza eccezioni, di bruciare il materiale vegetale di risulta dei lavori forestali e agricoli. Sino alla cessazione dello stato di emergenza non si applicano i permessi previsti dall’articolo 58 del Regolamento forestale regionale n. 3/2018.

“La pratica dell’abbruciamento controllato del materiale vegetale di risulta dei lavori forestali e agricoli può causare l’innesco di potenziali incendi boschivi e portare ad infortuni, anche gravi, che potrebbero necessitare di cure ospedaliere o di pronto soccorso e pertanto comportare una notevole attività a presidio del territorio per il monitoraggio dei fuochi da parte dei Carabinieri forestali e dei Vigili del fuoco che verrebbero così distolti da altre potenziali emergenze, nonché un possibile aggravio per il sistema sanitario”, spiegano dalla Regione.

È necessario sospendere la pratica degli abbruciamenti anche perché non rappresenta uno stato di necessità e quindi per ottemperare alle disposizioni tese a limitare la circolazione delle persone.

Ribassi sui prezzi di latte e carni. L’assessore Mammi: “C’è qualcuno che intende speculare sulla pelle degli agricoltori e dei cittadini”

“In un momento delicato e difficile per tutto il Paese, in cui l’agricoltura sta svolgendo un ruolo di servizio pubblico primario per garantire alimenti freschi a tutta la popolazione, mi sono arrivate segnalazioni di ribassi sul prezzo di vendita di alcuni prodotti o richieste di revisione contrattuale. Sia chiaro: se c’è qualcuno che intende speculare sulla pelle degli agricoltori e dei cittadini, sappia che adotterò tutte le misure necessarie per soffocare sul nascere ogni azione indebita”.

Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, interviene duramente sulle segnalazioni che stanno arrivando dal mondo agricolo in queste ore di ribassi sui prezzi di vendita di alcuni prodotti, in particolare latte e carni, e di dichiarazioni in cui si chiede di ridurre la produzione.

“Capisco che l’export abbia problemi e purtroppo il sistema ho.re.ca è fermo ma i consumi interni di prodotti alimentari continua. Occorre certamente riorganizzare la produzione per soddisfare una domanda che ovviamente è cambiata ma questo non può essere scaricato sui produttori. Importante che la filiera lavori insieme in modo responsabile per affrontare questo duro momento. Voglio essere chiaro: vigilerò attentamente che non vi siano speculazioni ingiustificate e se vi saranno casi comprovati interverrò con tutta la determinazione necessaria. Non si possono vedere nei supermercati alcuni scaffali vuoti e poi chiedere di ridurre la produzione o di rivedere al ribasso i prezzi. E chiedo alle rappresentanze di segnalare all’assessorato qualsiasi situazione o caso di tentativo di speculazione ai danni dei produttori agricoli. Ci sia da parte di tutti attenzione ed una giusta valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio”.

“Lo ribadirò domani alla ministra Teresa Bellanova- chiude l’assessore- in occasione dell’incontro in videoconferenza con tutti gli assessori regionali all’agricoltura nel quale ci confronteremo sulle richieste urgenti di intervento per il settore agricolo trasmesse alcuni giorni fa dalla Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni. Servono interventi a tutela e a sostegno di quelle filiere che possono uscire danneggiate da questa situazione, oltre a quelli già inseriti nel decreto legge Cura Italia”. (da Modena2000)

Coronavirus: Cia lancia portale per consegne cibo fresco e sano a domicilio

Carne, latte, frutta, verdura, olio, vino, pasta e tanto altro, ma anche piatti tipici preparati per il weekend dagli Agrichef, con un semplice click dalle aziende agricole alle tavole degli italiani, grazie al nuovo portale di Cia.

Il sito https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/, da oggi online, consente a tutti, restando a casa, di acquistare e consumare, ogni giorno, i prodotti freschi della terra, ma anche prelibatezze e piatti della tradizione, con la garanzia di qualità assicurata dagli uomini e dalle donne di Cia.

Bastano pochi secondi per individuare la regione d’interesse, l’azienda più vicina e scegliere le materie prime di stagione o i prodotti, che gli agricoltori consegneranno a domicilio nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dal governo per contenere la diffusione del Coronavirus.

Infine, per garantire i consumatori ed evitare le truffe, al momento dell’acquisto, sarà consegnata una parola d’ordine da utilizzare al ricevimento della spesa.

Cia-Agricoltori Italiani offre questo servizio grazie alla collaborazione delle sue associazioni: al femminile (Donne in Campo), giovani (Agia), pensionati (Anp), per la vendita diretta (la Spesa in Campagna) e agrituristica (Turismo Verde).

“Stiamo lavorando costantemente per fornire un servizio utile a cittadini e agricoltori, con particolare attenzione ai più fragili e a rischio come gli anziani -sottolinea il Presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Rafforziamo così un legame importante tra i produttori agricoli e le famiglie d’Italia”.

Gli agricoltori di Cia sono protagonisti sui social, in queste ore, della campagna #noinonciarrendiamo, con centinaia di video e foto girati in tutto il Paese e postati in rete per dimostrare come gli uomini e le donne della terra, anche in questo periodo di emergenza, non possono e non vogliono fermarsi.

LA FILIERA DEL VINO SCRIVE AL MINISTRO BELLANOVA: SERVONO MISURE EUROPEE E NAZIONALI STRAORDINARIE

Con una lettera indirizzata alla Ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, la filiera del vino – (che riunisce le principali organizzazioni del settore tra cui CIA, ndr) – ha messo nero su bianco le difficoltà che il mondo vitivinicolo sta vivendo in relazione alla grave crisi determinata dalla diffusione della COVID-19 e ha avanzato al Governo alcune proposte per mitigare i danni subiti dal comparto.

Il perdurare dell’emergenza COVID-19 in Italia e la sua diffusione a livello globale determina una situazione di rilevante difficoltà per l’inevitabile contrazione dei consumi, per la chiusura dei pubblici esercizi, per la sempre più complessa logistica che rallenta qualsiasi tipo di pianificazione delle attività, anche di promozione sui mercati internazionali.

A ciò si aggiunge la mancata ricezione negli alberghi, agriturismi e nella ristorazione, che ha sottratto un naturale sbocco per le produzioni nazionali, nonché un validissimo supporto promozionale dei vini italiani verso gli acquirenti nazionali e stranieri.

Il perdurare dell’emergenza COVID-19 in Italia e la crescente diffusione a livello globale dell’epidemia, rischia di creare quindi un eccesso di giacenza di prodotti in cantina a ridosso della prossima campagna vendemmiale e rende particolarmente incerto il contesto, rallentando qualsiasi tipo di pianificazione delle azioni di promozione nei mercati internazionali.

Per affrontare questo scenario e per portare sollievo al settorele organizzazioni della filiera hanno proposto al Ministro, nel più ampio spirito di collaborazione, una prima serie di misure.

In vista del prossimo Consiglio dei Ministri dell’agricoltura a Bruxelles, le proposte si muovono, con la richiesta dielaborareuna strategia comune di sostegno straordinario al comparto agroalimentare insieme agli altri partner europei, mentre per il settore vitivinicolo si deve partire con una forte iniezione di flessibilità nelle misure già esistenti, tra cui il sistema delle autorizzazioni per gli impianti viticoli, la ristrutturazione dei vigneti, investimenti e promozione per liberare risorse a favore del settore in modo che possa dare, anche in questo momento di difficoltà, un contributo per il sostegno ed il rilancio dell’economia nazionale.

A livello nazionale la filiera ha avanzato alla Ministra Bellanova la convocazione del tavolo vino perché operi come cabina di regia del settore per le iniziative urgenti di supporto.

Per il mondo del vino italiano è necessario prevedere un “Piano Strategico di sostegno all’export vitivinicolo nazionale” articolato su missioni di settore, piani di comunicazione integrata sui mercati internazionali più ricettivi con previsione di misure straordinarie promozionali e di sostegno alla domanda di vino, sia per il mercato estero che interno, da strutturare con testimonial, opinion leader e “ambasciatori” a livello nazionale ed internazionale, oltre che iniziative volte a garantire liquidità alle imprese e snellimento burocratico. (articolo da www.foodaffairs.it)

Coronavirus, le prime misure della Regione per le imprese agricole

Si è tenuto lo scorso 13 marzo il summit straordinario in videoconferenza della Consulta agricola regionale dell’Emilia Romagna dedicata all’emergenza coronavirus a cui hanno partecipato all’incontro i rappresentanti delle organizzazioni agricole e delle centrali cooperative regionali.

Sul piano operativo si è concordato sull’esigenza di prorogare le scadenze di 6 mesi per la chiusura dei progetti e dei gruppi operativi per l’innovazionee di 90 giorni per il termine lavori dei progetti di filiera ancora in corso.
Nella Giunta di lunedì 16 marzo è stato approvato inoltre un nuovo bando per l’operazione 13.1 del Psr Pagamenti compensativi per zone montane, attivando modalità semplificate e di smart working per la compilazione delle domande.

Si è poi concordato di convocare quattro tavoli tecnici per affrontare altri temi delicati, a partire dalla necessità di semplificare le procedure per la presentazione delle domande di indennizzo dei danni della cimice asiaticaa seguito della firma del decreto ministeriale che ha riconosciuto lo stato di calamità e le delimitazioni delle zone colpite delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli Venezia-Giulia. La raccolta delle domande potrà iniziare solo a partire dalla data di pubblicazione del decreto prevista nei prossimi giorni.

Tra gli altri temi che saranno meglio approfonditi nei prossimi tavoli tecnici con le organizzazioni agricole e cooperative c’è anche il nodo dei carburanti per le macchine agricole, che saranno assegnati con una procedura online semplificata, quindi senza bisogno di recarsi negli appositi uffici per ritirare o consegnare documenti.

Nell’agenda della priorità figurano poi le questioni relative ai finanziamenti comunitari per i settori del vino e dell’ortofrutta. Su questo fronte la Regione scriverà al ministero delle Politiche agricole perché si attivi presso la Commissione Ue sulla concessione di deroghe per cause di forza maggiore circa scadenze e controlli da effettuarsi in azienda, in modo da consentire, in via eccezionale, l’erogazione degli aiuti anche con semplici controlli di carattere amministrativo.

La riunione, la prima della Consulta agricola nell’ambito della nuova legislatura regionale, è servita per fare una puntuale ricognizione delle principali problematiche che si trovano ad affrontare in questo momento le imprese agricole, con particolare riferimento alle scadenze dei bandi per la concessione dei contributi del Psr 2014-2020.

“Siamo consapevoli delle enormi difficoltà che le aziende agricole e alimentari devono affrontare in questa drammatica situazione e vogliamo ringraziarle per l’impegno. Stiamo lavorando – ha ribadito l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Alessio Mammi – per mettere le imprese nella condizione di garantire l’approvvigionamento dei beni alimentari alla popolazione, nel rispetto delle condizioni di sicurezza dei lavoratori”.

“Stagione irrigua, situazione da monitorare con attenzione”

“L’agricoltura italiana, una delle poche certezze produttive al tempo del coronavirus, deve fare i conti con le disponibilità idriche per una stagione irrigua, che si preannuncia anticipata in molte zone a causa di temperature superiori alla media del periodo”, spiega l’Anbi-Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.

È così nel Sud del Paese, dove è ormai emergenza: negli invasi meridionali, dove ci sono attualmente circa 2.100 milioni di metri cubi d’acqua, ne mancano all’appello circa 400 rispetto all’anno scorso, ma addirittura un migliaio, se confrontiamo il dato con il 2010.

Se in Basilicata, il deficit sul 2019 è di 153 milioni di metri cubi d’acqua trattenuta (oggi sono 260 milioni ca., ma erano circa 711 nel 2010!), in Puglia (disponibili oggi, ca. 147 milioni di metri cubi), le riserve sono più che dimezzate rispetto ad un anno fa; percentualmente la crisi più evidente è, però, in Calabria: l’attuale disponibilità di circa 6 milioni di metri cubi è meno del 40% di un anno fa, ma addirittura il 25% delle riserve idriche regionali nel 2010!

In deficit idrico permangono complessivamente anche gli invasi della Sicilia (- 83 milioni di metri cubi d’acqua), così come in leggera sofferenza sono i bacini di Marche Umbria.

I dati, resi noti dall’Osservatorio ANBI sullo Stato delle Risorse Idriche, testimoniano anche come al Nord la situazione, pur non ancora allarmante, necessiti di costante monitoraggio, soprattutto in prospettiva.

“Risponde a questa esigenza, l’opportuna scelta, operata dall’Autorità Distrettuale del fiume Po, che ha reso permanente l’Osservatorio sulla carenza idrica – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – La prossima riunione è già in calendario per mercoledì 8 Aprile.”

Allo stato attuale, la situazione dei corsi d’acqua in Piemonte è di sufficiente copertura dei fabbisogni idrici propri del periodo invernale, essenzialmente legati agli usi idroelettrici ed industriali.

Per quanto riguarda le previsioni future, se non interverranno significative precipitazioni e dovessero innalzarsi le temperature, si avrà un rapido scioglimento delle nevi, che si tradurrà in un aumento dei deflussi idrici verso valle con la rapida perdita delle riserve idriche immagazzinate, che termineranno in mare inutilizzate prima ancora dell’attivarsi delle derivazioni irrigue.

“E’ un’ulteriore dimostrazione della necessità di un Piano Nazionale Invasi per trattenere le acque sul territorio ed utilizzarle al bisogno con evidenti benefici anche di carattere ambientale – evidenza Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Senza considerare le criticità idrogeologiche, che possono derivare da forti ed improvvisi afflussi idrici dalle aree di montagna.”

Per quanto riguarda le acque sotterranee, la rete di monitoraggio del comprensorio Est Sesia evidenzia livelli di falda inferiori di circa 20 centimetri rispetto a quelli della media del periodo negli ultimi 10 anni.

A fronte della precaria situazione nivometrica va pertanto sottolineata l’importanza del lago Maggiore, che ha una possibilità di invaso pari a 315 milioni di metri cubi, che salgono a 420 milioni nel periodo invernale. La disponibilità di questo bacino è fondamentale per l’agricoltura e l’ambiente della pianura piemontese (vercellese e novarese), ma anche lombarda (lomellina, milanese e pavese).

In Lombardia, la principale preoccupazione per la stagione irrigua interessa il livello di riempimento dei bacini montani e la quantità di neve ancora presente sulle Alpi; per quanto riguarda i grandi laghi, sotto la media del periodo sono i bacini di Como e di Iseo, mentre il Garda è abbondantemente sopra. Con le attuali disponibilità idriche sarà però difficile soddisfare pienamente le esigenze degli agricoltori; preoccupano specialmente le aree servite dai fiumi Adda e Oglio, ma anche da Brembo, Serio e Cherio. L’attenzione è comunque elevata in tutta la regione, poiché l’assenza di pioggia nei mesi di gennaio e febbraio ha reso le campagne secche ed abbassato il livello freatico.

Situazione tranquilla, al momento, in Emilia-Romagna: il livello delle falde freatiche non desta preoccupazione ed il confronto con l’autunno 2018 non evidenzia variazioni significative di livello nel bacino del fiume Po, mentre sono evidenti situazioni localmente differenziate nel fiume Reno ed in quelli romagnoli; infine, vanno segnalate le scarse portate dei fiumi appenninici (Taro, Trebbia, Parma, Panaro, Lamone e Savio).

In Veneto, infine, non si riscontrano particolari criticità ed anche gli sbarramenti antisale non sono ancora in funzione.

Coronavirus, tutti i servizi di ‘Cia Reggio’ sono attivi

‘CIA Reggio’ NON SI FERMA

Dopo aver sollecitato e ottenuto le proroghe necessarie alle numerose scadenze, la Confederazione continua l’attività con il telelavoro, assicurando l’operatività e i servizi ai soci.

Rimaniamo dunque TOTALMENTE OPERATIVI,

nel rispetto delle regole e nella tutela della salute di tutti i collaboratori.

TUTTI I SERVIZI SONO ATTIVI

L’attività prosegue, come previsto a livello nazionale per il settore agricolo e dunque i relativi servizi, ma con modalità differenti.  Contattaci ai seguenti numeri telefonici:

0522 514516 (Reggio Emilia)

0522 632085 (Correggio)

0522 824955 (Guastalla)

0522 863294 (Montecchio)

0522 810440 (Castelnovo Monti)

“Coronavirus, la crisi si abbatte su latte, carne e cereali: basta speculazioni”

Nei giorni scorsi i supermercati reggiani non avevano sugli scaffali latte e mozzarella. Eppure la produzione italiana ci sarebbe, o meglio: c’è. Ma viene frenata dalla crisi scattata dall’emergenza Coronavirus – in primis, bar e ristoranti chiusi – che sta travolgendo come uno tsunami il mondo degli allevatori. E la stessa situazione riguarda anche quello dei cereali.

Andiamo con ordine. In tanti ci hanno segnalato che i caseifici stanno mettendo paletti ben fissi alla raccolta. “Avendo già avuto un calo di vendita del 30%, se la situazione continuerà a peggiorare e vi sarà un ulteriore calo delle vendite, (…) non potremo più garanzie la raccolta latte – recita uno dei tanti messaggi recapitati da un caseificio agli allevatori -. Chiediamo di ridurre la produzione il più possibile”. E questo rallentamento prevede anche la macellazione delle vacche da latte. Ma, allo stesso tempo, Assocarni scrive che “con la chiusura totale del canale della ristorazione e dei prodotti industriali a esse dedicati in tutta Europa, le proprie aziende di macellazione associate non sono in grado di collocare le carni provenienti dalle vacche degli allevamenti da latte che hanno solo in tale canale la loro piena valorizzazione sia sul mercato italiano che europeo”.

Siamo ormai alla schizofrenia del sistema. Sono totalmente intollerabili, in questo momento di difficoltà, le speculazioni di chi continua ad acquistare latte straniero, il cui prezzo è più basso per molte ragioni, dal costo della manodopera ai controlli. Sicuramente non è limitando la produzione o abbattendo le vacche che si risolvono i problemi. Le strade – diversificate – sono altre.

La Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova ha affermato con forza nelle scorse ore che è fondamentale “fronteggiare l’emergenza e impedire che questo stato di cose pregiudichi la vita di un settore strategico per il nostro-Paese ed essenziale per i cittadini. Il bene-cibo non può essere messo in discussione. Per questo continuo ad invitare le aziende a mantenere la lealtà nei rapporti di filiera, i consumatori ad acquistare prodotti italiani, e rivolgo anche alla distribuzione un appello in questa direzione. Sostenere la filiera alimentare italiana oggi è inderogabile”.

La stessa delicata situazione viene vissuta nel settore cerealicolo, dove si moltiplicano le speculazioni e le importazioni selvagge dall’estero. Le istituzioni dovrebbero controllare i bisogni del settore primario e cercare di regolarli. Diversamente sarà una giungla dove in pochi si arricchiscono e tanti vengono travolti.

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