MODENA – Alla guida del Consorzio di Burana è stato confermato Francesco Vincenzi, 42 anni, imprenditore agricolo di Mirandola e presidente dell’Anbi, Associazione nazionale Consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue. Eletti anche i componenti del Comitato amministrativo, tra cui i vice presidenti Luigi Maccaferri, Manuel Quattrini e Luca Borsari.
BOLOGNA – Valentina Borghi, imprenditrice agricola di 44 anni è la prima donna alla presidenza della Bonifica Renana. La Borghi segue l’impresa di famiglia, impegnata nella produzione di funghi, che ha sede a Minerbio, e dal 2018 è presidente della Coldiretti bolognese.
BOLOGNA – Aumenta la produzione di sorgo in Italia: secondo gli ultimi dati Istat, nel 2020 la superficie coltivata ha toccato i 53.934 ettari a fronte dei 46.799 del 2019, pari a una produzione totale di 3.859.000 quintali (lo scorso anno si era fermata a 3.133.000 quintali).
Il sorgo è uno dei cinque cereali più importanti al mondo. Le sue caratteristiche produttive lo rendono una coltura pienamente in linea con le esigenze dettate dai cambiamenti climatici, soprattutto perché il suo fabbisogno idrico è molto limitato. Ma soprattutto è una coltura naturalmente priva di glutine e il glutine, si sa, è la spina nel fianco delle persone che soffrono di intolleranze alimentari e di celiachia.
Tant’è che c’è chi ha pensato a produrre una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del sorgo (non essendo prodotta con frumento o orzo per la legge italiana non può essere definita birra) che per la sua più importante caratteristica, quella di essere naturalmente priva di glutine, è indicata alle persone che non possono assumere glutine.
Si tratta del birrificio Stirone Barleyfree di Fidenza, nel parmense. “Il settore agroalimentare guarda con crescente interesse al sorgo – precisa Marco Bergami, cerealicoltore e presidente di Cia Emilia Centro – da anni produco questa coltura perché ci ho sempre creduto. Quest’anno poi, i miei 30 ettari hanno prodotto quantitativi di tutto rispetto con una media di 70-75 quintali/ettaro e picchi anche di 85-90 quintali/ettaro. Sicuramente la stagione ci ha dato una mano, ma le peculiarità della coltura, la sua capacità di crescere senza ricorrere a ingenti quantitativi di acqua e a importanti dosi di fertilizzanti suscitano molto interesse e ben venga chi, come questo birrificio, ha realizzato una bevanda che per le sue caratteristiche soddisfa determinate esigenze alimentari e fa onore a una coltura a cui oggi gli agricoltori, e i numeri lo dimostrano, guardano con rinnovato interesse”.
Ancora grandi criticità nel bacino idraulico modenese a causa delle piogge torrenziali e dallo scioglimento della neve in Appennino: una falla sull’argine in località Gaggio di Castelfranco Emilia ha provocato l’allagamento di coltivazioni e centri abitati
MODENA – Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il rinnovo della convenzione che affida alla Provincia di Modena la gestione dei piani di controllo delle nutrie.
L’accordo, presentato nella seduta di giovedì 19 novembre dall’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi, ha una durata di tre anni (dal 2021 al 2023) e prevede che la Provincia si faccia carico degli interventi di cattura e abbattimento degli esemplari della specie, equiparata a quelle infestanti e nocive, a fronte di un contributo da parte del Comune di 3.900 euro all’anno.
Diversamente da quanto accaduto finora, alla scadenza del triennio la convenzione sarà rinnovabile tacitamente di anno in anno. Obiettivo dei piani di controllo, come ha spiegato l’assessora Filippi, è contenere il più possibile la presenza delle nutrie sul territorio, poiché la diffusione capillare della specie nella Pianura Padana rende molto difficile l’eradicazione.
Gli interventi di limitazione delle nutrie si rendono necessari in quanto la loro presenza sul territorio genera rischi ambientali, rischi idraulici innescati dallo scavo di nicchie, cunicoli e gallerie nei corpi arginali e danni alle colture agricole nelle aziende collocate vicino ai corsi d’acqua.
“Il controllo delle nutrie – ha sottolineato l’assessora – è anche controllo costante del territorio e degli altri tipi di fauna”.
MODENA – Il comprensorio di Burana ricade all’interno di tre regioni (Emilia Romagna, Lombardia e Toscana) e interessa 53 comuni delle provincie di Modena, Mantova, Ferrara, Bologna e Pistoia per una superficie complessiva di 242.521 ettari, di cui 156.471 in pianura e 86.050 in montagna.
MODENA – Con la piena unanimità da parte delle assemblee plenarie dei tre enti di tutela, il Consorzio Tutela Lambrusco è ora realtà e sarà pienamente operativo a partire dal 1° gennaio del 2021. Dopo il parere favorevole espresso all’unisono lo scorso 26 giugno da parte dei Consigli di Amministrazione, ora è arrivata anche la tappa definitiva con l’approvazione da parte delle assemblee dei rispettivi consorzi.
Parte un progetto che intende mettere in rete i produttori di marroni e castagne con l’obiettivo di fare massa critica
ZOCCA – Si è costituito a Zocca il Consorzio Agro silvo castanicolo dell’Appennino Modenese, creato per fare rete e sostenere i coltivatori di castagni delle principali località castanifere come Zocca, Frassinoro e Pavullo.
Cantine, scatta il bando regionale che consente di accedere agli aiuti per le aziende di settore (microimprese, piccole e medie imprese) indirizzati alla costruzione e ristrutturazione di immobili, acquisto di impianti, arredi, software, realizzazione siti internet, nonché spese tecniche (onorari di professionisti e consulenti). La scadenza per la presentazione delle domande di aiuto finanziario (concesso sotto forma di contributi in conto capitale) è fissata alle ore 13.00 del 15 novembre 2020.
A settembre l’assemblea dei soci dovrà approvare la fusione che darà vita al ‘Consorzio tutela Lambrusco’
MODENA – I consorzi del lambrusco giurano che è superata da tempo l’antica rivalità sul rosso frizzante più conosciuto al mondo e hanno iniziato un percorso che li porterà ad una fusione. Si chiamerà ‘Consorzio Tutela Lambrusco’ e rappresenterà 8 Denominazioni di origine controllata di lambruschi delle due province, di cui anche una Igt, Indicazione geografica tipica ed una Doc che rappresentano vini bianchi.