16/01/17 – ANNO DI PREZZI IN CALO
L’agricoltura archivia il 2016 in deflazione
Lo rileva l’ISMEA che con dicembre ha completato la serie mensile degli indici dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli, stilando un bilancio conclusivo dell’anno
In media – spiega l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare – le quotazioni hanno sperimentato una riduzione del 5,2% rispetto al 2015. Si sono avute in particolare flessioni nell’ordine del 6,7% per il gruppo delle produzioni vegetali e del 3,1% per i prodotti zootecnici. L’impatto deflattivo, analizzato con un maggiore dettaglio, è prevalentemente riconducile alla dinamica negativa dei prezzi dei cereali (-11,6% nella media annua) e ai significativi ribassi rilevati da ISMEA sui mercati degli oli di oliva (-18,5%), della frutta (-4,9%) e degli ortaggi (-3,9%). Chiude con un 4% di riduzione anche l’indice dei lattiero-caseari, nonostante i recuperi di fine anno, mentre i prezzi del bestiame vivo hanno mostrato nel complesso una migliore tenuta, limitando i ribassi a un meno 0,8%.
Sui mercati agricoli – osserva l’analisi ISMEA – hanno pesato, nel corso del 2016, gli squilibri registrati soprattutto nella prima metà dell’anno, legati a situazioni di surplus produttivo in diversi comparti, e le persistenti difficoltà associate a una maggiore pressione dell’offerta estera e a una domanda internazionale rivelatasi meno vivace rispetto al 2015. In agricoltura la deflazione rappresenta tuttavia un evento ricorrente, data l’estrema volatilità che caratterizza la dinamica dei prezzi alla prima fase di scambio. Un fenomeno che si riflette in una forte instabilità dei redditi agricoli, condizionando direttamente le scelte di investimento e le programmazioni aziendali.
Quello del 2016, da inizio millennio, è il sesto episodio deflativo nelle campagne italiane. Il più recente risale al 2014, ma il più marcato è quello del 2009, quando i prezzi all’origine dei prodotti agricoli subirono in Italia, nel pieno della più grave crisi economica dal Dopoguerra, una flessione dell’11,4%. Chiude con una variazione positiva, intanto, l’indice mensile di dicembre, balzato a 119,9 (base 2010=100), in crescita dell’1,9% su novembre e del 7% rispetto a dicembre del 2015. A sostenere i listini hanno contribuito in particolare oli di oliva, ortaggi e semi oleosi, mentre arretrano sia su base mensile che rispetto a un anno fa i prezzi all’origine di cereali e vini.