Pomodoro, trattativa nel vivo: depositati i pre-contratti
Cristian Calestani
L’obiettivo produttivo dell’oro rosso ammonta a 26 milioni di quintali
È di 26 milioni di q.li di pomodoro da industria l’obiettivo di produzione effettiva per la campagna 2020 del Nord Italia con un impegno d’acquisto da parte della componente industriale fino a 27,5 milioni, prevedendo così una soglia di tolleranza qualora vi fosse un surplus di produzione. Questo il primo punto attorno al quale si sta sviluppando la trattativa tra organizzazioni di produttori e rappresentanti delle imprese di trasformazione.
In questa fase si è conclusa la consegna dei pre-contratti all’Oi Pomodoro da industria del Nord Italia, ossia quelle intese che permettono di determinare ettari da coltivare (circa 36mila e 500) e quantitativi da trasformare (26 milioni di q.li). Ora avrà inizio una fase di verifica dei quantitativi da parte di una commissione composta da Gianni Brusatassi, Filippo Arata, Luca Artioli ed Alberto Sarzi per la parte agricola e da Ugo Peruch, Paolo Reverberi, Dario Squeri e Bruna Saviotti per la parte industriale. Tutto questo è utile alla determinazione del prezzo e alla definizione del contratto quadro d’area del Nord Italia. L’intento è quello di arrivare a definire tutto entro la fine di gennaio.
“I pre-contratti – dice Gianni Brusatassi, presidente Op Asipo – permettono una verifica di quanto pomodoro andrà seminato e di quanto le imprese di trasformazione ritireranno. È un passo in avanti, ma non può risolvere tutti i problemi”. Non mancano difficoltà: “Per il mantenimento dei buoni rapporti nella filiera è importante che vi sia reciproca fiducia, tra parte agricola ed industriale, evitando ingerenze nei rispettivi ambiti di competenza”. Per la definizione del prezzo è questo il pensiero di Brusatassi: “L’opportunità di definire il contratto entro fine gennaio per me c’è. I magazzini dei derivati di pomodoro si sono svuotati, anche se non c’è stato l’atteso riscontro in termini di aumento dei prezzi sui mercati finali. Ora serve una strategia di miglioramento della merce che andiamo a proporre. L’Oi, che rappresenta tutti, dovrebbe tirare le fila di questo aspetto compiendo una verifica di quelli che sono i costi di produzione e di trasformazione. Il nostro mestiere non deve essere solo quello di determinare un prezzo remunerativo per gli agricoltori, ma fare in modo che si guardi più lontano, per determinare strategie di valorizzazione del pomodoro. Come parte agricola ci attendiamo che si rivedano i parametri della tabella qualitativa del grado Brix, fino ad oggi troppo penalizzante per i produttori, ed una rimodulazione del capitolato qualitativo. Questo migliorerebbe una situazione che, da troppi anni, incide sulla determinazione del prezzo”.