“Nuovo Dpcm, stop alle 18 ad agriturismi e alle attività di ristorazione equivale a chiusura attività”
Massimo Bottura, presidente di Turismo Verde Emilia Romagna segnala che la disposizione non tiene conto delle garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in piena campagna dei 1.160 agriturismi della regione che annualmente, in condizioni di normalità, ospitano oltre 160 mila turisti
Fini, presidente regionale Cia: “un conto salato anche per le aziende agricole che hanno bar e ristoranti come unico sbocco commerciale”
“Lo stop alle 18 previsto dal nuovo Dpcm per le 1160 imprese agrituristiche emiliano romagnole equivale alla chiusura delle attività che non potranno sostenere i costi di apertura con i soli proventi del pranzo, i cui introiti nei giorni feriali hanno incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria 18-21”
Lo segnala Massimo Bottura, presidente di Turismo Verde Emilia Romagna, sottolineando che la disposizione del Governo non tiene conto delle garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in piena campagna e metterà definitivamente in crisi un settore che era faticosamente in ripresa dopo mesi di lockdown. “Tutta la ristorazione subirà un danno incalcolabile – rammenta Bottura – e se a queste ingenti perdite di quote di mercato si aggiungeranno i prevedibili effetti delle nuove misure restrittive, assisteremo anche a perdite di posti di lavoro: stimiamo che in Emilia Romagna gli addetti impegnati nel settore agrituristico sono circa 4000”.
“Il nuovo Dpcm avrà anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale dell’Horeca – ristoranti, bar, mense, hotel – aggiunge il presidente regionale di Cia, Cristiano Fini – e che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell’agroalimentare ‘fuori casa’ “.