“Investimenti sui boschi contro il cambiamento climatico”
Interventi per conservare gli habitat naturali, la biodiversità e gli antichi edifici testimoni della vita agraria dell’Appennino, a partire da quelli un tempo utilizzati per essiccare le castagne; riqualificare quattro “boschi in pianura”, veri e propri polmoni verde alle porte di città e dei centri abitati; creare percorsi didattici, escursionistici e aree di sosta attrezzate per far vivere i boschi dell’Emilia-Romagna e diradare le specie alloctone e infestanti. Sono alcuni dei 49 i progetti finalizzati ad accrescere la resilienza – ovvero la capacità dei sistemi di adattarsi ai cambiamenti – e il pregio ambientale delle aree forestali che la Regione Emilia-Romagna ha finanziato con 5 milioni e mezzo di euro.
In particolare, in provincia di Reggio Emilia sono stati finanziati 13 progetti per 1 milione 356 mila euro; seguono Forlì-Cesena a cui risultano assegnati quasi 1 milione 100 mila euro per 9 interventi; Modena con 1 milione 39 mila euro per 9 opere di forestazione e Parma con 8 cantieri da 1 milione 12 mila euro. E ancora: al territorio ravennate spettano 416 mila euro per 4 lavori; in provincia di Piacenza sono stati finanziati tre interventi per un totale di 258 mila euro, tra i quali l’avvio del percorso di rigenerazione di un’ex polveriera tra Agazzano e Piozzano; al bolognese sono destinati 150 mila euro circa per due interventi; stessa somma al ferrarese, per il Bosco della Panfilia a Terre del Reno.
Gli interventi sul nostro territorio
Reggio Emilia. Il Castagneto Matildico del Seminario di Marola, a Carpineti, sarà oggetto di diradamento dei boschi per favorire il rinnovo delle alberature, l’accesso e la fruibilità dell’area per una spesa di circa 215 mila euro.
Interventi per la conservazione del valore naturalistico dei boschi di Pino Silvestre e dei paesaggi protetti riguarderanno la località Ca’ Casino, situata all’interno di un Sito di interesse comunitario (Sic) a Vezzano sul Crostolo (61 mila 300 euro) e le località Riverzana e Rossena, in comune di Canossa (109.341); la zona dei Gessi Triassici e delle Fonti di Poiano, nel territorio di Villa Minozzo (120.393), insieme alle valli d’Asta e Dolo (113.618).
Nella Riserva naturale regionale dei Fontanili di Corte Valle Re a Campegine con un investimento di 123.944 euro saranno migliorate la percorribilità, la sicurezza degli accessi ed eliminate le specie alloctone invasive.
A Ventasso le opere di miglioramento forestale previste a Livello di Nasseta comprenderanno anche la sistemazione del punto di sosta attrezzato “Il Piano”, nei pressi di Ligonchio (108.434,03 euro); altri lavori riguarderanno Rio Cavorsellino, il Bottaccio e Costa del Cavorsella (140.514), nonché l’Alpe di Succiso, nello specifico Rio Pascolo e Fossa Lattara (78.051), Prati di Sopra e Lamaccia (72.976). Il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano investirà 75.288 euro nella zona del Lago Calamone per aumentare il valore naturalistico delle vicine aree forestali e la loro fruizione turistica.
In comune di Casina sono previsti lavori per la gestione sostenibile dell’ecosistema forestale dal valore di oltre 137 mila euro: l’obiettivo sarà la salvaguardia e la valorizzazione della biodiversità dell’habitat seminaturale dell’area del Lago dei pini, dando vita tra l’altro ad un percorso ricreativo, educativo ed immersivo a disposizione di tutti i visitatori.
“Da Piacenza a Rimini, dalle aree pianeggianti all’Appennino, la risposta al cambiamento climatico passa anche da una gestione sempre più sostenibile del bosco, capace di mantenere le sue molteplici funzioni: la produzione di legna e di altri prodotti che rappresentano una fonte integrativa di reddito per chi vive in Appennino, la prevenzione del rischio idrogeologico e la riduzione di Co2 – spiega l’assessore regionale all’ambiente, Paola Gazzolo -. I boschi sono il grande patrimonio verde dell’Emilia-Romagna-, cresciuto del 20% negli ultimi 30 anni e arrivato ad occupare 600 mila ettari della superficie regionale: l’obiettivo è valorizzarli e renderli sempre più attraenti e fruibili in chiave turistica o ricreativa, recuperando anche elementi del paesaggio rurale che costituiscono il tratto dell’identità e la storia delle popolazioni dell’Appennino. È da progetti come questi che si possono compiere passi avanti importanti per l’ambiente, le aziende agricole e il futuro stesso sia della montagna sia della pianura”.