Grandine, a Nonantola e Castelfranco Emilia danni per oltre 4,5 milioni di euro, pari al 66,7 %, e che riguardano 3.393 ettari tra frutteti, vigneti e seminativi
La stima parziale è di Cia – Agricoltori Italiani di Modena in 160 aziende ricadenti nei due comuni
Notari, presidente provinciale: “Stiamo terminando la ricognizione nei territori di Modena e Carpi e ipotizziamo che i danni quadruplicheranno”
Un danno che supera il 4,5 milioni di euro, pari al 66,7 %, e che riguarda 3.393 ettari tra frutteti, vigneti e seminativi nei comuni di Nonantola e Castelfranco Emilia, tra i più colpiti dalla grandinata del 22 giugno scorso: è solo una stima parziale che i tecnici della Cia hanno fatto sui due territori martoriati dalle ‘bombe’ di ghiaccio.
“La ricognizione precisa svolta dai nostri tecnici – spiega Alberto Notari, presidente di Cia – Agricoltori Italiani della provincia di Modena – riguarda 160 imprese agricole che fanno riferimento alla nostra associazione, ma ci sono almeno altrettante nostre aziende nei comuni Carpi e Modena, per i quali stanno terminando le stime e i danni, se comprendiamo tutte le imprese agricole ricadenti in tutti i territori colpiti, potrebbe essere anche di 4 volte tanto”.
Sempre nei due comuni oggetto di indagine della Cia, emerge che sui 127 ettari di pere il danno è stato del 99,1%, pari ad un valore di 1.382.000 euro, mentre su 170 ettari di vite poco più della metà dell’uva è andata distrutta, con gravi compromissioni sui tralci legnosi e quindi sulla produzione futura. Qui si parla di 640 mila euro andati in fumo.“Anche il 25% delle foraggere sono andate perdute – sottolinea ancora Notari – con un danno di oltre 363mila euro per una superficie di 1.324 ettari, come pure 891 ettari di frumento che hanno subito un danneggiamento del 52,6%, arrecando una perdita economica di 591mila euro. La richiesta dello stato di calamità al Governo va nella giusta direzione – osserva ancora Notari – così come la ricognizione dei danni e la delimitazione delle aree colpite per il possibile rinvio delle rate dei mutui bancari e ai fini previdenziali, tutte misure che costituiscono i primi necessari passi per poter dare risposte più ampie a un territorio che aveva già danni antecedenti all’evento disastroso dello scorso 22 giugno”.
È prevedibile, secondo la Cia, che il secondo semestre del 2019 vedrà diverse imprese agricole in sofferenza. “Auspichiamo già da ora che si possano programmare e prevedere moratorie sui finanziamenti in essere – si raccomanda infine Notari – consentendo alle aziende di superare questo impasse negativo. Anche il ruolo dei consorzi fidi in questa delicata situazione può essere determinante alla sopravvivenza di un settore che deve sottostare alle leggi della natura anche quando le stesse si manifestano particolarmente avverse”.