Agricoltura sempre più bio
Crescono a livello nazionale, regionale e locale. Le produzioni biologiche, secondo una recente indagine di Accredia, Unioncamere e Infocamere, non sono più una tendenza passeggera, scelta da un gruppo ristretto di agricoltori, ma riguarda oltre 62mila aziende italiane. Solo nei primi nove mesi del 2018 sono cresciute di 4.500 unità ed è aumentato anche il cosiddetto “paniere bio”, che contiene da verdure e legumi, fino a carne, pasta e naturalmente vino, che lo scorso anno ha registrato un vero e proprio boom. Un altro dato interessante è il tipo di conduzione, che si caratterizza per una marcata presenza di imprese femminili, quasi il 28% del totale, e di giovani under 35 che sono l’11,5%. Secondo Cia – Agricoltori Italiani Ferrara si tratta di un segnale importante verso il rispetto della salute e dell’ambiente, perché non solo le aziende agricole tradizionali producono in maniera sempre più sostenibile, ma c’è una forte tendenza a diventare aziende totalmente biologiche.
Il trend nazionale si riflette anche a livello regionale – l’Emilia-Romagna è una delle cinque Regioni dove si registrano il maggior numero di aziende certificate – tanto che dal 2014 al 2018 le superfici coltivate a biologico sono aumentate di bel il 70%, con più di 150.000 ettari investiti che rappresentano il 15% del totale (dati assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna). Sull’aumento delle aziende in Emilia-Romagna hanno influito anche i due bandi dedicati del Psr, attraverso i quali la regione ha messo a disposizione 16,7 milioni di euro. Ai bandi, che puntavano a valorizzare un’agricoltura capace di risparmiare risorse preziose come acqua, aria e suolo, hanno aderito, infatti, oltre 3.250 aziende.
Anche nel ferrarese, in base agli ultimi dati pubblicati dalla Camera di Commercio di Ferrara nel 2017, la crescita delle aziende agricole che ha scelto il biologico è a due cifre – oltre 350 aziende e 18.000 ettari coltivati – una tendenza che pare confermata anche nel 2018. Secondo Stefano Calderoni, presidente provinciale Cia Ferrara, l’agricoltura biologica è diventata: “Una possibilità concreta di reddito, ma serve maggiore aggregazione produttiva”. “Analizzando i dati – continua Calderoni – salta all’occhio naturalmente la crescita esponenziale di una modalità produttiva che, fino a pochi anni fa, era considerata marginale, come marginale nel nostro paese era il numero di consumatori che sceglieva prodotti bio. Ma è evidente anche che gli operatori biologici non sono organizzati perché quasi 3 realtà su 4 (il 72,5% del totale) sono imprese individuali, il 9,8% società semplici e soltanto l’8,4% ha una veste giuridica più “forte” e solo il 2,2 sono cooperative. Questa è la maggiore fragilità del sistema agricolo, non solo bio ma anche tradizionale. Per conquistare nuovi mercati servono filiere e aggregazione, perché il singolo agricoltore può pensare magari di fare vendita diretta dei propri prodotti biologici o magari di aprire un e-commerce. Ma sarà sempre troppo piccolo per affrontare la concorrenza o per garantire una certa quantità e varietà di prodotti. Ora che il bio è diventata una tendenza, bisogna lavorare perché diventi una grande opportunità di crescita per le aziende e l’intero settore agricolo.”