PARMA

5/12/2016 – Famiglia Alfieri: “Maggiori controlli per tutelare il made in Italy”

Porporano (Parma) – “Servono maggiori controlli sulle importazioni di pomodoro dall’estero per tutelare le produzioni di alta qualità del made in Italy. 

Noi agricoltori italiani coltiviamo, con orgoglio, seguendo tutti i rigidi disciplinari ed è per questo che non si possono accettare importazioni di prodotto dall’estero che finiscono per essere immesse sui nostri mercati”. È questo il messaggio che arriva da un’intera famiglia di produttori, la famiglia Alfieri con i fratelli Attilio, Antonio e Bruno, affiancato dal figlio Luca, che hanno coltivato circa 30 ettari di pomodoro nella zona di Porporano in provincia di Parma, nell’ambito dell’attività dell’azienda di famiglia in cui curano anche una stalla con circa 70 capi per la produzione di latte per il Parmigiano Reggiano e in cui producono foraggio e frumento. Gli Alfieri confermano il quadro di una campagna partita a rilento con qualche difficoltà a causa della batteriosi che ha complicato la maturazione del precoce e poi la netta ripresa in termini di produttività con il tardivo. “È stata un’annata positiva – conferma Luca – di quelle difficili da ripetere: sono stati necessari pochi trattamenti e la stagione asciutta e calda ha agevolato la maturazione del pomodoro”. Nota dolente la sovrapproduzione con la penalità di 2,25 euro a tonnellata a carico degli agricoltori. “L’aspetto incomprensibile – sottolinea Luca – è che è inspiegabile che si debbano pagare delle penali, per di più collettive e non indirizzate al singolo produttore che ha sforato, per un’eccessiva produzione quando poi vi sono importazioni di derivati di pomodoro dall’estero, tra l’altro un pomodoro che non rispetta certo gli stessi rigidi parametri qualitativi e fitosanitari della nostra materia prima. A mio avviso servono leggi più efficaci che permettano di distinguere in maniera netta quelle che sono le produzioni 100% made in Italy e quelle che sono produzioni nelle quali si ha invece l’inserimento di materia prima estera. Sulle nostre bolle specifichiamo ogni dettaglio della nostra materia prima, mi piacerebbe che fosse così anche all’estero, per mettere tutti sullo stesso piano”.

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