REGGIO EMILIA

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14/11/17 – PENSIONI

Pensioni, Cia: anche agricoltori entrino nella platea dei lavori gravosi

Per la Cia da rivedere criterio dell’aspettativa di vita, per assegni più dignitosi introdurre pensione base

    Estendere la platea dei lavori gravosi e usuranti

anche ai Coltivatori diretti e Imprenditori agricoli professionali (Iap), che ora sono esclusi. Lo chiede la Cia-Agricoltori Italiani, entrando nel dibattito aperto sulle pensioni con il Governo – sottolinea il presidente Cia di Reggio Emilia Antenore Cervi.   
 
    Anche sull’aspettativa di vita, la Cia si oppone al criterio usato dalla legge Fornero per portare l’età pensionabile a 67 anni dal 2019. Il metodo utilizzato ha già mostrato le sue contraddizioni, non tenendo conto per esempio di anni come il 2015, in cui la speranza di vita è invece diminuita. Questo meccanismo assurdo porterà inevitabilmente ad alzare l’età minima delle pensioni di vecchiaia a livelli assolutamente insostenibili, con ripercussioni sia sulla popolazione anziana sia in termini di ricambio generazionale. Questo finirà per pesare soprattutto sugli agricoltori, dove il turn-over nei campi è tuttora fermo al 7%.
 
    Al di là della discussione in atto sulle pensioni, gli assegni pensionistici degli agricoltori italiani restano tra i più bassi d’Europa. Per questo, in vista dell’iter in corso di approvazione della legge di Bilancio, la Cia propone un intervento significativo per garantire pensioni dignitose a Coltivatori diretti e Iap, prevedendo l’istituzione di una pensione base (448 euro) a cui aggiungere la pensione liquidata interamente con il metodo contributivo. In tal senso, alcune proposte di legge attualmente depositate in Parlamento, come ad esempio la numero 2100 giacente alla Camera, rappresentano una buona base giuridica da cui partire.

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