10/06/16 – Giornata dell’economia
Crisi dell’agricoltura: innovazione, filiere e distribuzione più equa dei fondi la “ricetta” per uscirne di Cia – Agricoltori Italiani
Il presidente nazionale dell’associazione ha fatto il punto sulla crisi e le strategie messe in campo per superarla nel corso della Giornata dell’Economia di Ferrara
Ferrara – Le sfide dell’economia del futuro, la capacità di innovazione dell’impresa e l’agroalimentare come settore strategico di Ferrara e di tutto il nostro paese. L’agricoltura è stata al centro della Giornata dell’Economia organizzata dalla Camera di Commercio di Ferrara. E di un settore agricolo che rischia il “default” ha parlato, nel corso del convegno, Secondo Scanavino, presidente nazionale di Cia – Agricoltori Italiani.
«La crisi strutturale che stiamo affrontando da anni – spiega Scanavino – si è pericolosamente aggravata a causa di fattori congiunturali a livello economico ed organizzativo. Sono pochi i comparti che stanno resistendo, almeno in parte, come quello vitivinicolo e oleario mentre gli altri sono fortemente in crisi: dalla zootecnia al settore lattiero-caseario; dalla suinicoltura al settore ortofrutticolo fino alla cerealicoltura. Quando parliamo di ortofrutta – continua Scanavino – è inevitabile pensare all’ embargo russo prorogato per altri due anni che sta cambiando i flussi dell’export ed ha alterato la geografia del sistema produttivo del Mediterraneo che fatica a trovare nuovi mercati per i suoi prodotti. Il problema, in questo caso, non è solo congiunturale ma riguarda anche una scarsa capacità di innovazione varietale e degli impianti del comparto. Altrettanto preoccupante è la situazione delle cerealicoltura con prezzi bassi anche in periodi dell’anno durante i quali ci sono sempre state buone quotazioni. Non vanno bene grano, mais e nemmeno il riso che ha avuto buone performance fino a qualche mese fa e che ora è messo sotto pressione dai mercati asiatici che, soprattutto sulla varietà Indica, stanno immettendo sul mercato riso a prezzi competitivi.» Una situazione critica, dunque, che l’associazione sta affrontando su più fronti, per salvaguardare il reddito e la sopravvivenza stessa delle imprese.
«Non esiste una soluzione unica e semplice a questa crisi – continua Scanavino – ma si può lavorare almeno su tre diversi fronti per cercare di mitigarla. Il primo prevede la revisione degli strumenti di finanziamento europei, generati da una politica comunitaria che andava bene, forse, per tempi diversi da questo. Non servono nuovi interventi ma occorre ristrutturare, cambiando i regolamenti di base per gestire quel grande contenitore di denaro che è la Pac e redistribuire le risorse con maggiore criterio ed equità. Il secondo fronte è quello dell’innovazione non solo tecnologica ma organizzativa: siccome le imprese possono diventare più grandi perché non ci sono soldi da investire in nuova terra, allora bisogna innovare attraverso l’aggregazione delle piccole imprese che costituiscono il tessuto dell’agricoltura italiana. Terzo intervento è sulle filiere produttive dove il settore primario finisce per avere un ruolo marginale, nonostante sia fondamentale. Gli agricoltori non devono più essere più semplici fornitori di materia prima ma avere un ruolo attivo e strategico nella promozione di prodotti italiani e di qualità.»